Ghost In The Shell - live made in USA

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Franius
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Re: Ghost In The Shell - live made in USA

Messaggio da Franius » 19/04/2017, 12:43

Visto.

Si ok, non è un capolavoro, ma neanche tutto questo male che se ne vuole dire.

Come al solito, il flop commerciale di questo film (come di John Carter) IMHO è stato deciso "a priori" dal passaparola su Internet.

Ci avessero speso un po' di più in FX (buoni, ma oggi in giro c'è molto di meglio), sarebbe stato trattato in altro modo (sopratutto "prima" che uscisse)...

Una buona trasposizione "americana" condita di tantissimo fan service.
Visivamente E' Ghost in The Shell.

Poteva essere fatto di meglio?
Senza dubbio si.

Ma con un budget almeno doppio (Marvel Studios insegnano).

Poi onestamente, delle menate sulla scelta dell'attrice me ne importa fino a un certo punto...
Per me la vedova nera ci stava bene nel ruolo.

Al di la dei lineamenti, quello che conta sono le battute che le mettono in bocca a fare la differenza....1

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Bright
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Re: Ghost In The Shell - live made in USA

Messaggio da Bright » 21/04/2017, 13:42

Guarda, Francesco, direi che é tutto l'opposto e se fai una ricerca in giro tra i siti di analisi cinematografica troverai quello che io cercherò di riassumerti qui sotto (e che é in minima parte dettato dalle mie impressioni, che specificherò quando presenti).

Proprio perché sono le battute a fare il film, il giochetto "sono Mira, ma in realtà sono Motoko" é un'intollerabile offesa all'intelligenza dello spettatore, oltre che un tiro che qualsiasi manuale di sceneggiatura raccomanda di non fare, Franius.

Mai, MAI inserire nella sceneggiatura una situazione che giustifichi un aspetto pubblicamente criticato di una produzione, perché la sola cosa che si ottiene é indispettire ancora di più i fan già arrabbiati.

Ma poi, quali dialoghi così ispirati recita mai, in questo film la Johansson? Io li ho trovati perfino più piatti di quelli dei film della DC. Per tacere dei dialoghi di Batou (mai così scontato e scialbo), Togusa (dov'é finito lo spirito tagliente dell'unico umano del team?) e Ishikawa (battuta americana-tipo per il suo esordio: "sapete, mi sono fatto un fegato artificiale per poter bere più alcohol!", ma vaff... questo era l'hacker superintelligente e superesperto del gruppo), e lasciamo perdere Aramaki che per tre quarti del film é il nonno rincoglionito cui nessuno da retta.

Insomma, é stato facile copiare ambientazioni ed inquadrature dall'anime del 1995, ma ogni volta che si é deviato da quel materiale il film s'é dimostrato povero di idee sia visive (i laboratori della Hanka? Così scialbi che sembrano presi da "Spazio 1999"!) che di sceneggiatura (al di là del risibile colpo di scena e di situazioni prese di peso dal Robocop del 1987, c'é una lentezza narrativa ed una omologazione ai prodotti di fascia bassa della fantascienza cinematografica -soprattutto, villain al livello delle produzioni Asylum- da farti venir voglia di scappare dalla sala).

Ma, dopotutto, abbiamo visto quali sono i lavori precedenti di regista e sceneggiatori? Quanta esperienza hanno? Quale sensibilità per determinati temi? C'era da aspettarselo, che andasse a finire così, ossia come una sorta di riassunto di scuola elementare del GITS originale, scritto da un bimbo troppo piccolo per comprenderlo. Solo che qui a scrivere non erano bambini, ma autori che trattano il pubblico come se fosse interamente composto da bambini, il che oltre che offensivo, é in parte lo scopo della Paramount, visto che da un anime vietato in USA ai minori di 17 anni, hanno voluto trarre un film senza divieti. Quali bambini sperassero di attrarre, se necessariamente chi ha visto l'originale -e dovrebbe innescare il passaparola positivo- é maggiorenne, fa parte della fallimentare campagna di marketing per la quale il film é stato ripetutamente irriso, specie in patria, in quanto nel lungometraggio viene spiegato troppo (anche quello che gli autori originali avevano scelto di lasciare inspiegato per garantire esotismo e mistero), allo scopo di farsi capire anche dall'ultimo contadinotto della profonda Alabama.... mentre gli spot pubblicitari spiegavano troppo poco al pubblico generalista, che infatti non ha compreso ed ha disertato le sale.

Ma perlopiù, questo film ha floppato non per il passaparola negativo (che al massimo gli avrà tolto un 10% di incasso - al massimo!), ma proprio perché é costato UN BOTTO, davvero troppo per un primo capitolo di un franchise basato su una property semisconisciuta al grande pubblico: 110 milioni di budget (ma pare che in realtà siano 180 milioni, costi lievitati a causa dell'indisponibilità della Johansson da gennaio a novembre 2015, che costrinse la produzione a bloccare staff e location pagandole per mesi a vuoto), cui vanno aggiunti 100 milioni di spese promozionali. Non fare paragoni con la Marvel, puoi spendere 200 milioni per un film americano su un personaggio americano ed arcinoto agli americani come per esempio Spider-Man... ma già il primo film degli X-Men, costò appena 70 milioni, ossia circa la metà di GITS, e non v'é dubbio che in America gli X-Men siano assai più noti di Motoko Kusanagi e Batou! Mi dirai "ma é stato 17 anni fa!", ebbene 17 anni fa gli effetti speciali costavano di più che adesso, senza contare che in quel film c'erano ben tre star pluripremiate (McKellen, Stewart, Paquin), mentre in GITS solo una, semplicemente troppo costosa.
Per fare un paragone, 110 milioni sono più vicini al budget che si spende per il SEQUEL di un film sci-fi di successo ma non basato su una saga nota, o al limite per un "primo capitolo" con un grosso nome alla regia (tipo "Pacific Rim", che fu lo stesso tipo di flop, sebbene salvato in zona cesarini dai cinesi, in quanto aveva un budget di 190 milioni tutti dovuti al blasonato regista DelToro). Per ritornare in attivo, dopo una spesa simile, bisogna incassare almeno il doppio della spesa totale, o perlomeno il triplo del solo budget, questo perché gli incassi di un film non sono mai netti ma lordati dalla parte destinata agli esercenti, le tasse che variano da paese a paese, le spese di adattamento (sub o doppiaggio che sia), etc. 330-420 milioni, sono sempre stati al di là della portata di GITS, il quale ben difficilmente poteva sperare di superare i 100 milioni in USA, altrettanti in CINA e altri 30 in Giappone, meramente per questioni legate alle dimensioni di questi tre che sono i suoi mercati principali. Mancherebbero quindi altri 100 milioni da racimolare nel resto del mercato internazionale, che sempre per motivi legati alle sue dimensioni ben difficilmente potrebbe concederli a questo film, ripeto basato su un anime sconosciuto ai più.

Insomma, con questo film s'é sbagliato tutto lo sbagliabile, confidando che la sola presenza della Johansson (che fa quel che può, dopotutto é costata ben 14 milioni solo di cachet!!!!) avrebbe trascinato gli incassi come avvenuto per "Lucy" di Besson (400 milioni al boxoffice a fronte dei 40 di budget), ma Sanders non é Besson e nemmeno i PR della Paramount sono i PR di Besson.

Se avessero scelto un'attrice meno altisonante contornata da un cast più adeguato a sostenerla (amo Takeshi Kitano ma un personaggio come Aramaki aveva bisogno di Ken Watanabe, come minimo... per non parlare dello scialbo Batou interpretato dal solitamente bravo Phil Asbaek, cui avrebbe giovato un volto più noto, da Thomas Jane a Stephen Lang).
Non avere la Johansson avrebbe non solo fatto risparmiare 14 milioni di budget, ma SOPRATTUTTO avrebbe evitato di generare nella Paramount la falsa sensazione di avere una gallina dalle uova d'oro in squadra, non avrebbero MAI speso 110 milioni per fare il film, ma piuttosto una 50ina, privilegiando le idee agli effetti e magari potendosi perfino permettere il rating R ed i toni dell'originale. E recuperare i costi sarebbe stata tutt'altra storia...

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